Il passaggio alla frontiera è risultato più semplice del previsto. Solo quando è stato il momento di fare i documenti per l’auto, abbiamo avuto un leggere brivido. Ma niente paura. Il ragazzo dietro al bancone era alle prime armi e la sua tutor ci è venuta subito incontro. 

All’ingresso in Cile, abbiamo dovuto riempire un piccolo modulo, passare le valigie e zaini sotto il metaldetector (che sicuramente ha visto tempi migliori), rispondere a qualche domanda e nulla più. C’è comunque sempre un po’ di apprensione quando ci si trova davanti a militari che non sono del tuo paese. 

Benvenuti in Cile, quindi.