Il viaggio verso la frontiera cilena scorre piacevole e senza intoppi. Il vento però qui è una cosa incredibile. In alcuni punti faccio fatica a tenere il carro in strada. E qui è così quasi tutto l’anno. In confronto, la bora di Trieste è una leggera brezza. La giornata è splendida con un sole appena appena tiepido che ci accompagna. Ci rammarichiamo solo del fatto che non siamo riusciti a vedere il ghiacciaio con un sole così. Pazienza.

I paesaggi cambiamo in continuazione anche se rimane sempre pampa, cioè nulla. Solo che ogni tanto il nulla diventa arido oppure ricco di acqua e quindi di erba. E dove c’è erba c’è bestiame. Qui più che altro sono pecore e cavalli. 

Ci fermiamo a fare l’ultimo rifornimento di benzina alla macchina in terra argentina. Non abbiamo con noi pesos cileni e quindi…….meglio fare qua quello che si può. Una volta arrivati a Puerto Natales, cambieremo un po’ di euro in valuta cilena. Ne approfitto per cambiare un po’ di acqua alle olive e bere un caffè (😱😱😱🙊🙊🙊). È solubile ma va giù bene. La Manu compra anche delle caramelle mou. Proprio come quando eravamo bambini. Al prezzo di 1 pesos l’una. Al cambio odierno fanno la bellezza di 0,0594 euro cadauna. 

La città di frontiera si chiama Rio Turbio ed è una città mineraria. Tantissimo carbone tant’è che stanno costruendo una nuova centrale termica. Nastri di trasporto del carbone ci fanno compagnia lungo la strada per qualche km. Immaginatevi voi che complesso industriale è questo.