Anche oggi in giro per questa città da più di 4 milioni di abitanti. Giornata a due facce, oggi. Da una parte, abbiamo visitato le colline Xî Shãn (chiamate anche le colline della bella dormiente). Abbiamo fatto una ripida salita di circa 1 ora saltellando su lisci gradini per andare a finire alla Porta del Drago che, non ci fosse stata una fitta foschia dovuta all’inquinamento, offrirebbe una spettacolare veduta sul lago Diãn Chi. Il ritorno lo abbiamo poi fatto in seggiovia gustandoci la vista ed il silenzio. La visita successiva la abbiamo fatta al Tempio di Bambù, distrutto da un furioso incendio e ricostruito nel XV secolo. Al suo interno si trovano decine di statue a grandezza naturale di monaci e saggi raffigurati durante le semplici operazioni giornaliere come mangiare, pescare, insegnare, ecc. Vietato fare le foto all’interno ma….. Se si allunga qualche Yuán al monaco di turno…no problem. Dopo aver fatto un luculliano pasto, ci siamo addentrati nel mercato centrale della città dove si vende……farei prima a dirvi quello che non si vende. Vestiti, fiori, topi, uccellini, conigli, pesci, tartarughe, vermi e insetti, accompagnati da cineserie varie. Ultima tappa una delle ormai poche pagode rimaste in città.
Il rovescio della medaglia ė che della Cina visitata ormai 8 anni fa non rimane più nulla. Era chiamato il paese dal miliardo di biciclette e ora non se ne vede neanche più una. Sono state sostituite da scooter elettrici guidati da persone senza casco che non fanno altro che parlare al telefono. I negozietti che vendevano i classici souvenir con l’immagine di Mao oppure una copia del suo classico quadernetto rosso, hanno lasciato il posto a negozi di vestiti, supermercati, negozi di ammennicoli tecnologici e tutto quello che ormai troviamo qua da noi. Le auto non sono più quelle piccoline che ricordavamo noi. Qui la fanno da padrone le Audi A6, BMW serie 5, 6, 7 e VW di tutte le categorie, dal Golf, al Tiguan, al Touareg. Incredibile vedere passare anche Porche Cayenne ed altre fuoriserie del genere. Il centro storico della città sta praticamente per essere raso al suolo, lasciando spazio a cantieri per la costruzione di centri commerciali. La gente, non fosse altro che per i classici caratteri somatici che la contraddistingue, sembra quella che possiamo incontrare nelle nostre città tutti i giorni. I ragazzi hanno lasciato i vestiti tradizionali per jeans e magliette occidentali oppure per minigonne accompagnate da tacchi esagerati. Per non parlare dei cellulari, a cui sono praticamente tutti attaccati dalla mattina alla sera. In confronto, i nostri ragazzi lo hanno praticamente sempre spento. Questo ė il progresso, che lo vogliamo oppure no. Spero solo che fuori da questa grande città potremmo ancora vedere un piccolo angolo della Cina vera, quella per cui la abbiamo scelta come destinazione di viaggio. A parte questo, città tranquilla e visitabile anche se però, senza guida, sarebbe abbastanza difficile visto la quasi totale assenza di cartelli e segnali in lingua inglese. Domani, partenza per una altra meta, Dali. Speriamo di trovare un internet caffė dove possa mettere qualche immagine. Da qui ci proverò ancora ma non garantisco. Nì Hào.

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