Secondo la leggenda fu il dio della luna Somraj a costruire il primo tempio di Somnath, interamente in oro; poi fu ricostruito da Ravana in argento, da Krishna in legno e da Bhimdev in pietra. L’attuale edificio, armonioso e simmetrico, si richiama ai modelli tradizionali e sorge nel sito originale sulla costa: dipinto in color crema, è decorato da piccoli bassorilievi dettagliati. Il grande lingam nero di Shiva nel cuore del tempio è uno dei 12 più sacri santuari di Shiva, noti come jyoti linga.
Il viaggiatore arabo Al-Biruni descrisse il tempio in toni talmente entusiasti da attirare nel 1024 un turista per nulla gradito: il leggendario predone afghano Mahmud di Ghazni. All’epoca il tempio era così ricco da contare 300 musicisti, 500 danzatrici e per- fino 300 barbieri. Mahmud di Ghazni conquistò la città e il tempio dopo una battaglia di due giorni nella quale si dice che persero la vita 70.000 difensori hindu. Dopo aver depredato il tempio delle sue favolose ricchezze, Mahmud lo rase al suolo.

Iniziò così una serie di distruzioni musulmane e di ricostruzioni hindu destinate a proseguire per secoli. Il tempio venne abbattuto nuovamente nel 1297, nel 1394 e infine nel 1706 dal famigerato condottiero moghul Aurangzeb. Dopo questo episodio per ricostruirlo per l’ennesima volta si aspettò il 1950.