La leggenda narra che l’ambizioso Kasyapa murò vivo il padre al fine di destituirlo e fece deportare il fratello Mugalan per impadronirsi del suo regno. La paura però che il suo stesso karma gli si potesse rivoltare contro, magari prendendo le sembianze del fratello, lo indusse a erigere delle mura intorno alla roccia e a costruire una cittadella fortificata proprio sulla sommità del promontorio. Un’altra peculiarità di Sigiriya è infatti la sua vetta piatta che permise la costruzione di un palazzo di cui oggi sono visibili solo alcuni resti. Ma si sa, al karma non si sfugge, e ancora meno all’ira di un fratello tradito: dopo un regno durato undici anni Kasyapa fu ucciso dal fratello che riuscì ad introdursi in quella che era considerata una fortezza inespugnabile.

Per quanto spietato, a re Kasyapa va riconosciuto il merito di aver creato una residenza di immensa bellezza, come risulta evidente durante la visita. La prima parte alla quale si accede è quella dei giardini che si estendono simmetricamente nello spazio compreso tra la fortezza e la formazione rocciosa. Oltre alle aree verdi, le numerose piscine e vasche di marmo testimoniano quanto il re tenesse alla bellezza e all’eleganza della sua dimora. Attraversando i giardini acquatici si accede infine al più caotico giardino roccioso, proprio a ridosso del monolite, sede della sala del consiglio e della cisterna. Superati i giardini inizia la salita sul corpo roccioso (salita che, se affrontata con calma, non risulta poi troppo faticosa, nonostante i 1600 gradini). Grazie zio Google