Che delusione ragazzi. Non sapevo bene cosa avrei trovato nella old town di Shangri-La, ma sicuramente non questo. Me la aspettavo un po’ più intima, più tranquilla, più vera, più….più più, insomma. Esistono ancora alcuni edifici antichi, fatti secondo lo stile tibetano, ma sono per lo più negozi che vendono cianfrusaglie cinesi, piuttosto che ristoranti “tipici cinesi”, piuttosto che ostelli. Pensavo forse di vedere qualche venditore di erbe medicinali tibetane o qualche cosa di simile. Invece…..si è cinesizzato tutto. È vero che la metà della città vecchia è stata distrutta da un furioso incendio all’inizio di quest’anno ma credo che non sarebbe stato diverso. Siamo passati tra i resti delle case distrutte dal fuoco e si sente ancora adesso l’odore del legno bruciato. La zona è tutta un cantiere. Chissà cosa diventerà. In fondo Shangri-la non è che una metafora. Come dice Jane quando fa il bagno nuda nell’ adattamento cinematografico del romanzo “orizzonte perduto” dello scrittore inglese James Hilton: “Sono certa che dal profondo del cuore, tutti desideriamo Shangri-La.”. ( fonte Lonely Planet. Non penserete mica che io sia così acculturato, vero?).È così arrivato il momento di lasciare questa splendida terra che è la Tibetan Area. Ci fermiamo proprio al confine per gustarci un ultimo scorcio e salutare il nostro amico Yak.
La strada per Lijing scorre veloce tra scorci molto belli. Non fosse che per le tipiche case di queste regioni, sembrerebbe quasi di scorgere i nostri paesaggi montani. Arriviamo nel nostro albergo cinese e ci prendiamo qualche oretta di relax. Verso sera decidiamo di fare un giretto noi due soli in questa calma cittadina. Anche qui un susseguirsi di negozi che vendono chincaglierie, vestiti e manicaretti vari. Senza dimenticare sale da gioco è locali per il Karaoke. È impressionante la quantità di macchine di lusso europee che vediamo da queste parti. Veramente tante. E pensare che le tasse applicate sui veicoli importati, qui è molto alta.
Non abbiamo molta fame anche perché quest’oggi abbiamo fatto un lauto pranzo, che di solito non facciamo. È comunque piacevole passeggiare tra queste strade tutte illuminate, nonostante che sempre più spesso ci accorgiamo di essere osservati. Mi è capitato di “beccare” una ragazza cinese che di nascosto mi osservava. Dopo che gli ho sfoderato un sorrisone, è diventata così rossa che gli si sono appannati gli occhiali. Ah, il fascino di noi sudtirolesi. Domani sarà l’ultimo giorno intero qui a Lijing e poi si partirà alla volta di Chengdu. Notte a tutti.

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