Bella giornata di relax e, dopo tanto tempo, niente ore passate in auto. Sveglia presto, grazie al cantiere che abbiamo di fronte alla finestra e al gruppo di cinesi che si è svegliato in punta di piedi. I nostri italiani del sud, al confronto, sono dei monaci che hanno fatto voto di parlare sotto voce.
Colazione “abbondante”: 2 panini cinesi e una ciotola di latte di riso. Con il riso dentro, si intende. Prima tappa: villaggio di Shuhè. Molto tranquillo e carino anche perché siamo arrivati prima della solita orda di cinesi casinari. Bello girare per le viuzze acciottolate e vedere la gente indaffarata con le prime incombenze della giornata. Prima di tutte…..lo scatarrare più e più volte in maniera mooooooolto rumorosa; per ripulire il corpo, dicono. Ecco, questa è una cosa a cui non riusciamo ad abituarci ancora. E mai ci abitueremo. E pensare che lo fanno anche le donne. Ne incroci una tirata come un calzetto e dopo poco senti un rumore tipo ” lu amaro” che ti fa venire il voltastomaco. Abbiamo giracchiato una oretta per poi andare a visitare il palazzo della famiglia Mu, uno dei capi della etnia Naxi, minoranza etnica del posto. Visita poi al piccolo villaggio di Baishà che, prima di far parte del impero Yan di Kublai Khan, era la capitale dell’Impero Naxi. Ora è praticamente un villaggio che si sta trasformando ad accogliere una caterva di turisti. Anche qua negozi su negozi e tutti che vendono le stesse cose. L’ abitante più famoso del paese è il dottor Ho che sembra il classico stereotipo del medico taoista. Davanti alla porta del suo studio, una targa recita così: Clinica delle erbe cinesi del monte di neve del drago di giada di Lijing: Stica. Pit stop per pranzo e visita in un istituto dove insegnano l’arte del ricamo su seta. Chiaramente non ne siamo usciti a mani vuote. Sigh. Ultima tappa della giornata, una deliziosa e rilassante passeggiata al parco del lago del drago nero. Situato a nord della città, è un posto di ritrovo per tutta la popolazione. Interessante scoprire e fotografare i tipici scorci cinesi: ponti in marmo che si riflettono sul lago, pagode e salici dappertutto. Durante questa camminata, Cheng ci ha spiegato un po’ la situazione cinese. Diciamo che qui arrivano solo poche e confuse notizie di quello che crediamo sia la potenza del drago cinese. È molto deluso dal suo paese e non lo nasconde. Terminata la scampagnata, si ritorna in albergo per poi uscirne noi due da soli per visitare la città vecchia. Mamma mia quanta gente e quanto fracasso. Un dedalo di viuzze dove risulta facile perdersi, negozi di ogni genere e locali dove suonano dal vivo ad un volume pazzesco. Tutto molto bello però. Inizialmente eravamo insicuri se andare o no. Ora che la abbiamo vista, ci sarebbe dispiaciuto perderla. Ora a nanna che domani si va alla ricerca del te da portare a casa e poi via in aeroporto. Ci aspettano i panda giganti. Servus
Ps. Sorry ma qua ho ancora problemi ad allegare le immagini. Caxxo

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