Che bella giornata. Ci siamo svegliati con un bel sole che ci ha dato la possibilità di apprezzare meglio il posto in qui siamo. Cavalli e mucche con vitelli al pascolo, lama accovacciati sull’erba e cani pastore che fanno la guardia. E il tutto a 12 Km dal primo paese abitato. Che bello. Una volta colazionati e fatte le ultime fotografie con il sole, siamo partiti alla volta delle rovine di Quilmes, in direzione Cafayate, località conosciuta per lo più per la sua distesa immensa di vitigni. Delle rovine possiamo dirvi gran poco anche perchè poco ne sanno gli studiosi. Si sa solo che, ben organizzati dal punto di vista sociale ed economico, i Quilmes riuscirono a resistere, grazie anche alla loro situazione strategica, alla dominazione spagnola. Tuttavia i conquistatori ebbero la meglio quando isolarono i Quilmes dalle loro coltivazioni e dalle loro fonti d’acqua.
Ridotte in catene le ultime 260 famiglie quilmes furono deportate in una lunga camminata disumana fino alle terre del sud della provincia di Buenos Aires che oggi portano il nome Quilmes. Le donne tuttavia si rifiutarono ad essere sottomesse dagli spagnoli e preferirono gettarsi nel vuoto con i loro figli (info internet). Dopo aver preso un ci ci nin di sole sulla zucca, siamo ripartiti alla volta di Los Molinos, nostra destinazione finale per questa giornata. Fino a San Carlo, una ventina di Km da Cafayate, la strada era abbastanza in buone condizioni, a parte parecchi avvallamenti fatti per far defluire l’acqua nei periodi di grandi piogge. Da li in poi….. 80 Km di strada sterrata. Sembrava di rivivere l’esperienza dell’anno passato in Namibia. Se non fosse per lo scenario che ci si è presentato davanti: Spettacolare. Si chiama Quebrada de la Flecha ed è un insieme di rocce dalle forme e colori incredibili. Durante il percorso abbiamo potuto notare case isolate ma comunque abitate dove anche un orso come me farebbe fatica a rimanere per più di 3 giorni; forse anche meno. Dopo 2 ore di polvere siamo arrivati a Los Molinos, grande forse come rione San Vigilio ma con un decimo delle case. Però non manca nulla: Chiesa, piazza centrale, ufficio di polizia, ufficio turistico, negozi, scuole e anche una scuola materna che, neanche a farlo apposta, porta il nome della mia dolce metà. Il paesino è tenuto divinamente. Ora è bassa stagione e turisti ce ne sono gran pochi (forse una decina noi compresi) ma abbiamo idea che in estate ci sia abbastanza gente. Molinos poi era una stazione di sosta lungo la strada transandina per il Cile e il Perù. Ancora nel corso del XX secolo, transitavano carovane di merci cariche di pellame, lana e legname destinati alla vendita a Salta e alla successiva spedizione a Buenos Aires. Il posto dove alloggiamo è splendido. hacienda de molinos
E per finire la giornata, empanadas e suppa di zucca. Notte