Eccoci qua. Dopo un viaggio un po’ lunghetto siamo riusciti ad arrivare sino a qui. Partenza alle ore 9 da casa per arrivare a Verona. Da lì, via Monaco, abbiamo raggiunto la capitale nipponica dopo 12 ore di volo. Siamo arrivati che erano le 10 di mattina del giorno dopo (le 3 di mattina lì da voi in Suedtirol). Volo pieno come una scatola di sardine. Nemmeno un posto libero. Addirittura, cosa, che non ci succedeva da tanto, non avevamo nemmeno i posti vicini, io e la mia signora. Poco male. Tanto in volo, più che guardare film, mangiare e dormire non si fa. Scesi dall’ aereo e preso possesso dei nostri bagagli, ci siamo diretti alla zona partenze per ritirare il Pocket Wi-Fi prenotato da casa. Questo aggeggio ci permetterà di rimanere collegati al Web per tutta la durata delle ferie. Che culo,mi direte voi. Ritirato il tutto, ci siamo incamminati verso lo sportello adibito al rilascio dei biglietti per l’autobus che ci avrebbe portato nel quartiere di Asakusa, zona dove alloggeremo per i prossimi 3 giorni. Devo dire che tutto è stato semplice ed intuitivo, anche grazie alle scritte in inglese. Sappiamo però che ahimè, non sarà sempre così. 

  
Incredibile la puntualità dei mezzi pubblici. Partenza in perfetto orario. In tanti anni di pendolarismo, mai visto niente del genere. L’autista guardava l’orologio e quando la lancetta dei secondi ha terminato il suo giro, alle 11:45,  chiusura delle porte e via. Fantastico. Io che ero abituato a partire e ad arrivare con più o meno 12 min di ritardo. Comincia a piacermi, qui.

Arrivati ad Asakusa, abbiamo dovuto cercare il nostro Ryokan. Ma non era lontano. A casa avevo fatto una stampata della strada da prendere. Nemmeno 10 min a piedi.

Il Ryokan è una tipica sistemazione giapponese dove non vi sono letti tradizionali, come li conosciamo noi. Si dorme su materassi chiamati Futon, adagiati su un pavimento chiamato Tatami. Il Ryokan sarà la nostra tipologia di pernottamento per tutta la durata del viaggio. Speriamo di riuscire ad alzarci la mattina.

  
Nel Pomeriggio, anche se sfiniti dal viaggio, abbiamo preso confidenza con il quartiere. Gironzolato per le viuzze piene di negozietti con tanta roba esposta e tanta gente “indigena”. Siamo andati a vedere uno dei più famosi e antichi templi di Tokyo, il Senso-Ji. Molto bello e imponente. Dopo un paio d’ore di camminata, però, non c’è l’abbiamo fatta e siamo tornati in albergo a fare una pennica. Ormai abbiamo una certa età. 

   
 
Arrivata sera, avevamo fame e voglia di assaggiare i famosi Rãmen, tagliolini in brodo tipici giapponesi. Normalmente accompagnati con un carne o pesce. Veramente buoni. E poi è anche divertente mangiarli. Devi fare tanto rumore nel tirarli su. Come quando si era bambini e la mamma ti sgridava dicendo che non sta bene fare così. Ma qui la mamma non c’è e quindi…..slurp. 

   
 
Bon. È ora di andare a nanna. Siamo abbastanza cotti. Domani ci aspetta una giornata impegnativa. Abbiamo appuntamento alle 9 con la nostra guida che ci scarrozzerà per tutta la giornata. È un ragazzo di Trento che si è trasferito qui già da un po’ e si offre come guida ai turisti italiani. L’ideale per imparare a muoversi a Tokyo e a “rubargli” qualche informazione che magari risulterà preziosa per il proseguo del nostro viaggio. Sayonara a tutti.