Eccoci qua. Ore 7.30 del mattino in una Delhi ancora un pochino assonnata. Come noi del resto. Il volo non è durato tanto (poco più di 7 ore) ma come al solito non si dorme un finferlo su quelle scatolette.

Volo Lufthansa non male ma non ci sono più le hostess carine di un tempo. L’ultima è stata una certa Sonia Ausserer che ora non vola più causa………mamma a tempo pieno. Ciao Soniaaaaaaaaaaa.

Sbrigate le formalità aeroportuali, alla uscita con i nostri bagagli abbiamo trovato ad attenderci Mr. Rohit Sharma, tour executive (cavolo se parlo forbito, oggi) della GITA. Gita non inteso come gita, ma come Grand India Travel Advisor, agenzia che ci darà il supporto in loco con auto e autista.

Nel attendere l’auto, già respiriamo un aria diversa, aria calda, aria piena di smog, l’aria di una metropoli di 20.000.000 di abitanti. Avete capito bene: ventimilionidiabitanti. In confronto Tret…….inconfrontabile.

Saliamo a bordo, partiamo e la cosa che ci risalta immediatamente è che qui le regole di guida……

Macchè regole di guida. Qui si guida a capocchia per non dire a cazzum.

Prima regola: mano sul clacson; sempre.

Seconda regola: qui si guida a Sx come in inghilterra.

Terza regola: più peli fai alle altre macchine più sei un figo.

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Dobbiamo dire che comunque si va così piano che raramente succede qualche cosa di grave. Almeno, per quello che abbiamo potuto vedere.

Depositati i bagagli in albergo, alle 11 partenza con il nostro autista Mr. Sanjay alla volta del mausoleo Humayun e del Qutub Minar.

Alle 15 però eravamo troppo cotti e così……siamo rientrati in albergo. Non siamo più i giovincelli di una volta.

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Dai che andiamo in piscina a fare una nuotata. Appena appoggiato i deretani sulla sdraio, roonnfffffffffff. Una dormita di quelle colossali. Ci voleva.

Alle 19 il nostro autista ci ha prelevato e ci ha portato in un ristorantino indiano niente male. Dobbiamo dire che la prima cena indiana, anche se un pochino piccante, è andata alla grande.

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Direi che come primo giorno, ho scritto abbastanza.

Ciauuuuuuu.