Eh si. Abbiamo tenuto la media oraria dei 50 Km/h. Sempre più veloci di come va la mia mamma con la sua pandina, però.

Partenza Morondava e arrivo a Antsirabe. Passando per il Betsiriry Plateaux. O più semplicemente altopiano di Betsiriry. Ah, questi francesi. L’ isola sarebbe molto più bella se qui si parlasse il noneso. Scherzo, ovviamente. Spero non se la prendano a male i nostri galletti d’oltralpe.

Paesaggi in continuo cambiamento, oggi. Siamo partiti dal mare per arrivare qui, a circa 1450 mslm.

Cambiano paesaggi, che da aridi e poco coltivati, se non vicino ai corsi d’acqua, passano a ricchi di coltivazioni di frutta e riso.

I villaggi, che da semplici capanne di legna e fango(quando va bene), passano a strutture, sempre abbastanza lontane da come le intendiamo noi, ma fatte con i mattoni realizzati in loco.

E cambia la temperatura, passando dal caldo asfisiante a una arietta quasi gradevole.

Oltre a questo, oggi non è successo nulla di particolare. 

Ah no, quasi dimenticavo.

Abbiamo investito e ucciso un pollo che non ne voleva sapere di scansarsi dalla strada.

Abbiamo visto uno dei minibus usati dagli indigeni del posto che è precipitato in un fossato, probabilmente per un colpo di sonno dell’autista; oppure perchè anzichè 12 persone ne caricano 35 e se c’è posto, li fanno salire anche sul tetto. Pensate che ne abbiamo visto passare uno che teneva la porta laterale un pò aperta(immaginatevi un Fiat Ducato adibito al trasporto pubblico), così che, altre 3 persone potessero trovare posto, viaggiando però con i culi di fuori. Fantastico.

E poi, abbiamo bucato la ruota della Jepp, appena entrati in Antsirabe.

Non male, direi.