Così avremmo dovuto vederlo. Eh già. Un po’ di delusione c’è stata. Eravamo curiosi di vedere da vicino questa bella montagna che è il Cerro Torre. Mi sarei accontentato di vederla anche da lontano. Invece nada de nada. Questa mattina le nuvole erano troppo basse e il vento era fastidioso.  E una leggere pioggerella contornava la rottura di palle. Peccato perché avevamo comprato tutta l’attrezzatura necessaria: scarponi, ramponi, corde, moschettoni, piccozze, tenda per dormire in quota e addirittura il bastone per il selfie. D’altronde da piccolo ero un lupetto e di queste cose me ne intendo. Che palle. Abbiamo quindi regalato tutto a un cinese che passava da quelle parti.

Bene…. dopo un po’ di caxxate, passsiamo alla giornata di oggi che ci ha portato nel paese di El Calafate, ingresso sud del Parque Nacional Los Glaciares. Questo ci permetterà di visitare domani il Perito Moreno, una delle più importanti attrazioni turistiche della Patagonia argentina.

La formazione di ghiaccio, che si estende per 250 km² e per 30 chilometri in lunghezza è la terza riserva al mondo d’acqua dolce.

Il ghiacciaio prende il proprio nome dall’esploratore Francisco Moreno, un pioniere che studiò la regione nel XIX secolo e giocò un ruolo di primo piano nella difesa del territorio argentino nel conflitto sorto intorno alla disputa sul confine internazionale con il Cile. La particolarità del Perito Moreno è che è un ghiacciaio in movimento. Il fronte del Perito Moreno è formato da una lingua anteriore lunga circa 5 km che si staglia per oltre 60 m sul lago Argentino. Il movimento è dovuto all’esistenza alla base del ghiacciaio di una sorta di cuscino d’acqua che lo tiene staccato dalla roccia. A causa di tale movimento si registra un avanzamento del ghiaccio di circa 2 metri al giorno. La sua profondità è di 700 metri. (Fonte della mia amica Wikipedia).

Bene. Abbiamo terminato l’angolo dello studioso.

Prima di partire abbiamo però verificato lo stacanovismo dei dipendenti delle banche, qui in Argentina.

Ieri pomeriggio la banca era illuminata ma al suo interno non c’era nessuno. Ci hanno detto che non avrebbe aperto. Vabbè, abbiamo pensato; torneremo domani. 

Oggi, stessa cosa. Un signore ci ha detto che non avrebbe aperto nonostante il cartello dicesse il contrario. E pure il bancomat aveva deciso di far la siesta. Mah. 

Il trasferimento con il nostro carro è andato liscio. A parte il vento che soffiava deciso come sempre.

Ripresa la ruta 40, abbiamo iniziato a costeggiare il Lago Argentino. Un “piccolo laghetto” grande solo 4 volte quello di Garda. Il sole non l’ha fatta da padrone ma ugualmente la vista è stata spettacolare. Con le giornate estive deve essere incredibile.